mercoledì 8 giugno 2011

Da oggi Cremona ha un motivo in più per vergognarsi

Da oggi via Stretta Lunga di Cremona reca due lapidi che la definiscono "Via Aldo Protti - Baritono - 1920-1995".

Da oggi l'inaccettabile decisione assunta dalla Commissione Toponomastica del Comune di Cremona è stata messa in pratica. Una decisione che assume il taglio di uno schiaffo violento alla storia della nostra città e di un'offesa nei confronti dei 2.024 Caduti per la libertà nelle Valli di Susa, Lanzo, Chisone e Sangone, tra i quali ben 14 furono i partigiani cremonesi.

E' infatti documentato ed incontrovertibile il fatto, preciso e circostanziato (*), che il Sergente della Guardia Nazionale Repubblicana Aldo Protti il 1 luglio 1944 partì da Cremona, inviato da Roberto Farinacci alla volta di Torino. Le sue tracce "scompaiono" fino al 9 luglio 1944 (ma è pressoché certo che dal 2 luglio Protti si trovi nel teatro di guerra del torinese). Durante questo "buco nero" di 10 giorni - per i quali la sua presenza non è "certificata" ma é testimoniata da numerosissimi indizi - ebbero luogo due tra i più drammatici e violenti rastrellamenti che, il 3 luglio 1944, portò alla strage del Colle del Lys, nella quale furono trucidati anche 5 giovani cremonesi arrivati da pochi giorni lassù per combattere nelle file partigiane.

Documentata e certificata dal Protti stesso in un documento da lui firmato è comunque la sua presenza ad Avigliana - base di stanza delle forze nazifasciste in Valle di Susa e nelle valli vicine - dal 9 luglio 1944 fino al 29 aprile 1945
 
In questo periodo furono decine e decine i rastrellamenti nazi-fascisti in quelle valli, tutti condotti dalle forze militari tedesche con l'appoggio attivo e violento delle truppe fasciste (tra le quali un nutrito gruppo di "fascistissimi" cremonesi nel quale spicca come non secondaria la figura di colui che - a Liberazione avvenuta - potrà in piena libertà intraprendere la fortunata carriera di baritono di fama internazionale). 
 
Nei successivi 50 anni Aldo Protti non ammetterà mai la sua presenza (oggi incontrovertibilmente documentata da Foglio Notizie rimasto per lunghi anni celato in carte riservate) in Valle di Susa, lasciando circolare la falsa informazione di una sua permanenza non meglio specificata tra l'Emilia e la Toscana.

Cremona democratica, libera ed antifascista non può accettare che una propria strada sia dedicata a chi ha partecipato a 10 mesi di sanguinosa lotta contro la libertà al fianco dei nazisti occupanti, a chi ha sempre cercato di nascondere questa gravissima responsabilità e non ha mai avuto alcun cenno di pentimento per il colpevole ruolo svolto in quel lungo e tragico periodo.

Cremona democratica, libera ed antifascista 
 
chiede
al Sindaco Perri ed alla giunta comunale di rimuovere questa decisione offensiva;
 
chiede 
al Consiglio Comunale di esprimersi su questa vicenda;
 
chiede alla Commissione Toponomastica 
di rivedere la decisione inopinatamente assunta;
 
chiede 
alle forze di opposizione in Consiglio Comunale (e specificatamente al fruppo consiliare del Partito Democratico) di prendere le distanze da questa decisione;
 
chiede 
altresì ai due rappresentanti del centrosinistra in tale Commissione - i consiglieri del Partito Democratico Elena Guerreschi e Daniele Bonali - di modificare il proprio voto positivo espresso in Commissione Toponomastica, per il doveroso rispetto delle radici antifasciste e democratiche che sono alla base della storia recente della nostra città.

(*) La documentazione indubitabile è data dal Foglio Notizie firmato dallo stesso Aldo Protti il 5 ottobre 1948 qui sotto riportato in copia fotostatica
 
 
 

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