giovedì 21 aprile 2011

Em.Ma.: un nome, una garanzia

 
Da Macaluso ho imparato parecchie cose. Prima fra tutte, a non aver paura delle idee nuove, anche se sembramo controcorrente. Non ho condiviso le sue ultime scelte attorno al PD. Ma ciò non ha scalfito per nulla la mia stima ed il mio forte apprezzamento. In bocca al lupo, caro Emanuele!

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Corriere della Sera, 21 aprile 2011

L' intervista - Trent' anni fa al vertice de «L' Unità». «Penso a un giornale che stia nella tradizione riformista della sinistra italiana». «Direttore a 87 anni? Sì. E orienterò la politica». Macaluso, ex pci, guiderà «Il Riformista»: sarà una faticaccia, volevo sfilarmi ma si sono impuntati

ROMA - «E va bene, d' accordo... la facciamo, questa intervista, la facciamo... però, prima, dobbiamo intenderci, eh?».

Su cosa, direttore?
«Dico: non è che il sottoscritto, Emanuele Macaluso, è così imbecille da non capire che la situazione è complessa, e che rimettermi a fare il direttore di un giornale, nel caso specifico de Il Riformista, a 87 anni, sarà una faticaccia notevole...».

È anche un bella sfida. Guidasti «L' Unità» una trentina d' anni fa e...
«Senti: sarà anche, come dici tu con un po' di retorica, una bella sfida. Ma vuoi la verità? Beh, la verità è che per far ripartire questo giornale, un po' tutti, ad un certo punto, hanno concordato sul mio nome. Io avrei voluto sfilarmi, ma quelli, niente: si sono impuntati».

Serviva...
«Dai, è facile: gli serve uno in grado di garantire, per un certo periodo, linea politica ed editoriale. Punto».

Gli Angelucci sono fuori.
«Gli Angelucci sono usciti, accollandosi tutti i debiti. Noi prendiamo la testata libera e pulita».

Noi chi?
«Noi che siamo nella cooperativa de Le ragioni del socialismo, la rivista che io già dirigo e che è sempre stata titolare del finanziamento pubblico. Per adesso siamo soli in questa avventura. Ma è chiaro che speriamo presto di essere in buona compagnia con altri finanziatori».

Il presidente della cooperativa è Gianni Cervetti, 77 anni, altro ex grande dirigente comunista di area «migliorista».
«E allora?».

C' è curiosità sulla linea politica.
«Io voglio fare un giornale libero, senza partiti di riferimento. Anzi: io immagino che possa essere Il Riformista a determinare un po' della politica italiana».

Mi stai dicendo che non avrai rapporti con il Pd?
«Rapporti? Sentimi bene: io non sono iscritto al Pd. E sai perché? Perché io ero contrario alla sua fondazione. Tanto contrario da scriverci su un libro: Al capolinea. Solo che alla fine il Pd ce lo ritroviamo ugualmente, e però lo vedi anche tu cos' è, no? Non ha una base politico-culturale, non ha regole...».

Mi sa che vuoi dargli una mano.
«Beh, senti cosa ti dico: io non giocherò né allo sfascio del Pd, né inseguirò le sue fortune. Cercherò invece di lavorare per dargli un' amalgama».

Spiegati: a chi ti rivolgerai?
«Io voglio un giornale che stia nella tradizione riformista della sinistra italiana, pensando alla sinistra cattolica e poi al grande mondo dei sindacati, delle cooperative, del volontariato...».

Cosa pensi di Bersani?
«Penso che eserciti il suo ruolo con dignità e onestà. È la struttura del partito che non tiene. Ti sarai accorto che non sono in grado di fare una battaglia sul testamento biologico solo perché c' è un pezzo di partito che sta lì, minaccioso, con le valigie pronte».

Quanto pesa D' Alema?
«D' Alema è una personalità del partito, ma non è lui, se è questo che vuoi farmi dire, il problema. Il guaio del Pd è l' assenza di fondamenta. Per questo non riesce a darsi una leadership».

Immagino non ti piaccia Renzi, il «rottamatore» dei vecchi.
«Renzi dovrebbe capire che a casa ti manda il popolo, il voto, gli iscritti ti mandano a casa, non uno che al mattino s' è svegliato un po' storto...».

Berlusconi.
«Eh... Potremmo parlarne per ore, ma voglio dirti una cosa a cui tengo: non mi piacciono i magistrati, come il procuratore aggiunto di Palermo Ingroia, che salgono sul palco insieme ai leader di partito a fare comizi sulla giustizia. I loro comizi, purtroppo, aiutano Berlusconi a sostenere che la magistratura fa politica».

Da Antonio Polito erediti una redazione irriverente, di talento.
«Lo so, e questo mi conforta. Ho chiesto a Stefano Cappellini, che ha diretto il giornale nell' ultimo periodo, di restarmi al fianco. Io mi porterò solo un altro vice».

Il primo editoriale, quando?
«Forse il Primo Maggio, in omaggio al mio passato da sindacalista».

(Nella segreteria del Pci con Togliatti, Longo e Berlinguer. Deputato e senatore. Amico personale del presidente Giorgio Napolitano).

Fabrizio Roncone

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