Quando il 14 settembre scorso - in relazione al referendum contro la legge porcata - come Cantiere dell'Ulivo lanciammo l'obiettivo di "un milione di firme per rinnovare il miracolo italiano" eravamo a malapena vicini al traguardo minimo: 500.000 mila firme. Ma l'indignazione montante che animava i cittadini che si mettevano in coda pur di firmare, ci diceva di uno stato d'animo e di una determinazione che spesso sfugge a chi raramente frequenta la politica militante: quella fatta di movimento, di azione, di tavoli, presìdi, banchetti nelle strade e nelle piazze d'Italia.
Anche in quella situazione - come in altre nel passato (esempio eclatante la richiesta delle "Primarie" che, come ulivisti, lanciamo, malamente sopportati, fin dalla metà degli anni '90) - abbiamo dovuto sopportare i sorrisini di compatimento di chi - nel PD e nel centrosinistra - è convinto di saperla sempre più lunga.
Anche in quella situazione - come in altre nel passato (esempio eclatante la richiesta delle "Primarie" che, come ulivisti, lanciamo, malamente sopportati, fin dalla metà degli anni '90) - abbiamo dovuto sopportare i sorrisini di compatimento di chi - nel PD e nel centrosinistra - è convinto di saperla sempre più lunga.
Credo ora sia possibile dire che non se ne può davvero più di certe supponenze e di certi presuntuosi. Si liberino un po' della loro sedicente "lucidità" e di quella che tendono a presentare coma "superiore capacità di far politica". Scendano dal pero e guardino la gente in carne ed ossa un po' più nelle palle degli occhi! Forse allora riusciranno a capire che la politica non è soltanto il quotidiano scambio di telefonate tra leader, leaderini o supposti tali, o la predisposizione di questa o quella posizione come si giocasse a scacchi.
Ora che l'obiettivo è raggiunto, che le firme contate assommano ad oltre 1.210.000. Ora che Cremona ha contribuito con circa 6.000 firme raccolte in poco più di un mese effettivo. Ora, lasciatecelo dire, che per l'ennesima volta gli ulivisti hanno visto giusto.... ora ci permettiamo di suggerire a tutti, ma soprattutto ai dirigenti "pro-tempore" dei partiti del centrosinistra, uno sguardo verso la bassa padana. Verso l'esperienza di Parma, dove il popolo ha saputo costruire con determinazione, amore per la propria città, tenacia, fiato lungo, una eclatante vittoria contro chi gestiva il potere pubblico senza "disciplina ed onore".
Certo a Parma è stata utilizzata una forma di lotta inedita per l'Italia. E se si vuole essere all'altezza, occorre abbandonare la pigrizia intellettuale, smetterla di rimasticare sempre le medesime formule e le stesse esperienze. Ci vuole un po' più coraggio ed un po' più di disinteresse personale. E ci vuole anche un po' più di "fame". "Fame" motivata da ragioni forti che spesso non alberga più in chi da troppo tempo frequenta soprattutto quelli che ritiene i livelli "alti" della politica, nazionale o locale che sia.
Il problema che adesso va posto con forza è come utilizzare elettoralmente l'entusiasmo che, nonostante tutto, anima ancora e sempre il popolo dell'Ulivo e del centrosinistra, tenuto conto che nei referendum - quando superano il quorum - vanno a votare mediamente il 55% degli italiani (e vota a favore più del 90%) mentre, nei pur positivi sondaggi, la somma dei partiti del centrosinistra si attesta poco sopra il 40% del circa 60% che dichiara che andrà a votare.
Come intercettare per intero quelle potenzialità? Come dar senso ad un ritorno in campo della voglia di cambiamento che corre sottopelle a gran parte della società italiana?
Si impone in tempi rapidissimi la costruzione del Nuovo Ulivo. Dell'alleanza chiara, trasparente e programmaticamente motivata, tra i tre maggiori partiti del centrosinistra (PD, SEL ed IDV) che possa eventualmente essere anche allargata ad altre forze politiche minori (come PSI e Radicali) e che però, per essere davvero vincente e potersi presentare come soggetto politico "nuovo", ha bisogno di essere amalgamato attraverso il protagonismo e la presenza dirigente del vasto mondo della cittadinanza attiva che - sia nella raccolta firme contro la legge porcata, sia nell'esperienza di Parma, per non parlare, ad esempio, della vicenda Pisapia a Milano - ha dimostrato, come sempre, di essere un passo avanti rispetto al ceto politico dirigente.
Non c'é più tempo da porre in mezzo. Occorre che da subito vengano messi in essere atti concreti e fatti politici che ci incamminino su questa strada. A questo riguardo occorre il contributo di tutti. Ed occorre, nell'eventualità, che chi non ne fosse convinto si faccia gentilmente da parte ed eviti di zavorrare, per l'ennesima volta, un movimento che ha ripreso ad avere il vento nelle ali.
Deo Fogliazza, portavoce dell'Associazione "Cantiere dell'Ulivo"